L’Ente Parco Nazionale del Circeo lancia l’allarme “bruchi” sul Promontorio del Circeo. Un esemplare di Limantria Già l’anno scorso il Promontorio è stato interessato da una presenza eccessiva di larve di , una farfalla della famiglia “Lymantridae”, vorace defogliatrice di boschi e soprattutto di querce. I bruchi non disdegnano però altre piante: sono note circa 400 specie tra alberi e arbusti potenzialmente attaccabili.

Molti ricorderanno l’insolito e preoccupante aspetto “marrone” del Promontorio la scorsa primavera, quando il Parco ha subito la prima invasione di Lymantria dispar (il nome scientifico della farfalla), oggetto anche dell’attenzione della stampa. Ma quest’anno la situazione appare al momento ancora più grave.

 

Vista la situazione manifestatasi l’anno scorso che ha portato, durante il periodo maggio-giugno, ad una abbondante ed evidente defogliazione del promontorio del Circeo ed in particolare del Quarto Freddo, l’Ente Parco ha intrapreso a partire dall’autunno del 2011 un’attività di monitoraggio sperimentale, gestita direttamente dal proprio personale in servizio, su alcune aree campione. Tale monitoraggio è stato impostato seguendo il modello adottato durante il triennio 2002-2004 dalla Regione Lazio con il Dipartimento Protezione delle Piante dell’Università della Tuscia (VT) attraverso il programma LAZIOFOR, al fine di comprendere meglio l’evolversi di tale fenomeno ed eventualmente prevedere le modalità di interventi attuabili.

Per tutto l’autunno-inverno e fino ai giorni scorsi i tecnici naturalisti dell’Ente hanno quindi tenuto sotto controllo le “ovature” della farfalla (delle piccole placche avana depositate sugli alberi e contenenti fino a 500-600 uova), verificandone la quantità, la distribuzione e, nelle ultime settimane, la fecondità. E i dati sono allarmanti.

Il promontorio marrone defogliato dai bruchi nel 2011I sanfeliciani si saranno accorti dell’abbondanza di questi “vermetti” (in realtà bruchi) di colore nero, di piccole dimensioni alla nascita, ma che cresceranno fino a circa cinque centimetri. Si notano anche perché si fanno trasportare dal vento “appesi” ad un filo di seta, prodotto con la loro bava, lungo anche fino ad un metro. L’area del Centro Storico e di Via XXIV Maggio ne è piena, come tutto il Promontorio, sul quale anche strutture artificiali come guard-rail, tabelloni e staccionate sono coperti di uova.

Il fenomeno in parte è naturale: caratteristica di questo e di altre farfalle di interesse forestale è infatti quella di manifestare ciclicamente imponenti aumenti di densità della popolazione con vere e proprie esplosioni numeriche note come “gradazioni”. La fase culmine di tale ciclo dura in genere due o tre d’anni.

Da un paio di settimane i bruchi di Limantria hanno iniziato a fuoriuscire ed a “colonizzare” le piante ospiti nonché il centro urbano di San Felice Circeo. Dalle prime impressioni e dai dati raccolti quest’anno, sembra che anche per il 2012 si riproporrà una situazione  di intensa defogliazione, caratteristica della fase culminante del fenomeno, a cui generalmente succede un crollo della popolazione legato al ristabilirsi degli equilibri con le altri componenti dell’ecosistema.

L’Ente Parco ha già provveduto ad avvertire  della situazione il Servizio Fitosanitario Regionale, competente in materia, il quale ha richiesto di trasmettere un’informativa  sullo status quo e i dati recuperati, e si è reso disponibile ad interessarsi del fenomeno. La stessa Regione Lazio avverte, comunque, che un intervento di contrasto non sarà semplice, alla luce degli alti costi per un intervento di controllo su area vasta e delle implicazioni di carattere ecologico che si debbono tenere in conto, soprattutto in un parco nazionale, come la genericità dei sistemi di lotta biologica che colpiscono tutte le specie.

La Regione concorda che su aree limitate si possa intervenire mediante l’utilizzo di biocidi mirati (e non di sintesi ad ampio spettro), in particolare utilizzando un batterio nemico delle larve della farfalla con un nome impossibile: il Bacillus thuringiensis varietà kurstaki (Btk).  Inoltre la situazione è complicata dal fatto che l’utilizzo di tali prodotti, affinché possano esprimere tutta la loro efficacia,  richiede alcuni accorgimenti come la tempistica degli interventi: devono essere effettuati quando le larve sono tra il I e II stadio di età, non devono essere effettuati durante giornate piovose o ventose e preferibilmente durante le ore pomeridiane.

Commenta il direttore del Parco, Giuliano Tallone: “Abbiamo scritto oggi al Comune di San Felice Circeo rendendoci disponibili per un incontro con l’Amministrazione per fare il punto sulla situazione e concordare strategie per eventuali interventi di controllo in area urbana e in aree di interesse turistico”.

Ma per le centinaia di ettari di bosco del Promontorio c’è solo da sperare che resistano all’attacco della vorace Limantria e che le querce si riprendano presto, come in genere succede in questi cicli biologici, o che le condizioni meteo-climatiche creino qualche difficoltà alla diffusione dei bruchi.

Mozione presentata al Consiglio Regionale del Lazio atticrl.regione.lazio.it/allegati/mozioni/220.pdf

tratto da http://www.h24notizie.com/

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